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ANGRA – Cycles of Pain


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4 settimane fa-
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Lory BeatGli Angra ormai non sono più gli Angra. Giunta alla terza reincarnazione, infatti, la band brasiliana ha intrapreso un cammino verso un sound riconoscibile, ma lontano anni luce dal power sinfonico e colto degli esordi con André Matos (ndr, ci manchi!), ma anche da quello più progressivo ed orchestrale dell’era di Edu Falaschi. Il nuovo corso, quello con Fabio Lione alla voce, ci ha regalato tre dischi oscuri, pregni di ritmiche carioca, passaggi soffusi, inserti prog indiavolati e più voci dietro al microfono, caratteristiche che ritroviamo anche nel nuovo “Cycles of Pain”.
E’ anche inutile entrare nella sterile diatriba di quale siano i veri Angra o quale sia la proposta migliore. Si tratta di un’evoluzione voluta dal leader (ormai unico superstite della line-up originale) Rafael Bittencourt, che è subito chiara dall’opener “Ride into the Storm”, song dall’incipit sinfonico e dagli stacchi marchio di fabbrica della band, con un Fabio Lione rabbioso e, come sempre, bravissimo e a suo agio in un ritornello powereggiante. Il solo, invece, smorza la tensione, tra cambi di tempo e atmosfere dissonanti ed un break vocale superfluo. La seguente “Dead Man on Display” parte con una ritmica terremotante, sorretta da spiccati di archi cinematografici, ma ancora una volta si incarta nell’assolo prog fin troppo lungo, nonostante un refrain coinvolgente.
Il singolo “Tide Of Changes” si guadagna la palma di miglior song del disco, grazie ad un Lione mai così istrionico ed una melodia vocale pressoché perfetta. Con “Vida Seca”, fanno capolino i primi ospiti, nella parte iniziale cantata in portoghese da Lenine, mentre con l’altro singolo “Gods of the World” si torna su territori power metal, con le chitarre protagoniste. La seconda parte del disco contiene una manciata di belle canzoni, tra cui la sognante title track e “Here in the Now”, con le sue digressioni acustiche.
In “Cycles of Pain” troviamo un sacco di buona musica, passaggi strumentali pieni di tecnicismi, una voce impeccabile e momenti intensi ed emozionanti. Non tutto funziona perfettamente, però, perché qualche sipario risulta quasi forzato e sembra che i nostri si sentano in dovere di inserire certi stacchi e certi momenti dal sapore etnico. Gli Angra sono un progetto ormai perfettamente oliato, capace di regalarci canzoni con la C maiuscola, anche se, per il sottoscritto, i fasti dei primi album o del capolavoro “Temple of Shadows” non torneranno più.
Country: Brasil
Label: Atomic Fire
Style: Power Prog Metal
Top Song: Tide Of Changes
Top Album: Temple of Shadows
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