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MARCO GARAU MAGIC OPERA – Intervista

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I Magic Opera di Marco Garau sono senza dubbio una delle più liete soprese di questo inizio 2023 in ambito symhponic metal. Abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con il tastierista e compositore che, oltre ad approfondire e sviscerare questo nuovo capitolo del suo progetto, ci ha svelato in anteprima di aver lasciato i Derdian, band tra le più apprezzate anche all’estero e nella terra del Sol Levante. 

1 – Ciao Marco, benvenuto su MetalShock! Spiegaci subito come ti è venuto in mente di mettere in piedi un progetto solista, dopo tanti anni e dischi con i Derdian?

Ciao e grazie per lo spazio offertomi su MetalShock! L’idea di fare un Progetto solista ce l’ho sempre avuta per diversi motivi, il primo dei quali la quantità esagerata di canzoni chiuse in un cassetto e mai registrate. Infatti io sono principalmente un compositore, e quando scrivi tante canzoni e non le registri mai il tutto comincia ad avere poco senso. Poi sicuramente il fatto che in una band come i Derdian si debba scendere a compromessi per qualsiasi cosa, spesso rimanendo scontenti dei risultati, fa crescere il desiderio di realizzare un qualcosa di veramente tuo dalla A alla Z, per questo secondo me i cosiddetti progetti solisti hanno sempre un certo fascino perché frutto di una sola mente (vedi i vari Avantasia, i vecchi dischi solisti di Luca Turilli, etc….).

2 – Ed il primo capitolo deve avere avuto un certo successo, se abbiamo tra le mani da pochi giorni il secondo album.

Guarda, molto probabilmente complice la Pandemia, il primo album ha avuto una certa visibilità ed è stato accolto con grande entusiasmo dai fans del genere. Soprattutto in Giappone anche a livello di vendite i risultati sono stati abbastanza sorprendenti. Poi il fatto che la gente stava chiusa in casa ad ascoltare musica ha aiutato moltissimo sicuramente. Per questo secondo album devo ammettere invece che pur avendo ottenuto ottimi riscontri da coloro che si erano imbattuti nel progetto 2 anni fa, sto facendo una gran fatica ad ottenere un minimo di visibilità. Anche la situazione di crisi economica diffusa non sta aiutando certamente e si denota un certo disinteresse generale per le cose non prioritarie. Ho anche trovato metà delle webzines che avevo nel mio elenco chiuse o non aggiornate, soprattutto all’estero.

3 – Squadra che vince non si cambia, è un motto che vale anche per te?

Beh, dipende. Essendo Magic Opera un progetto solista potrei tranquillamente cambiare formazione ad ogni disco, il problema è però trovare gente tecnicamente preparata e disposta a registrare gratis o quasi, ti assicuro che non è facile (ndr, ride). Detto questo sono molto soddisfatto del lavoro fatto da tutti i ragazzi, è anche grazie a loro se il risultato finale è di un certo livello.

4 – Quali sono secondo te i brani più significativi dell’album e perché.

Sicuramente “Ride into the Sun” perché per me è un po’ un inno alla libertà. Poi la title-track “Battle of Ice” perché era da anni che volevo piazzare su un disco una suite finale da 11 minuti ma non ci sono mai riuscito. Venivo criticato per i brani da 6 minuti, figurati da 11!

5 – Il tuo modo di comporre è riconoscibile fra mille altre band, ma quali sono i punti di contatto e le differenze tra Magic Opera e Derdian?

Intanto ne approfitto per precisare che non faccio più parte dei Derdian. Comunque sicuramente le mie composizioni sono riconoscibili in entrambe le formazioni, solo che nei Magic Opera riesco a sfruttare meglio gli spazi con l’orchestra perché non ci sono mille voci ovunque, che a mio parere sono anche abbastanza inusuali per un genere come questo. Sicuramente cerco di dare un ruolo importante a tutti gli strumenti e anche alla voce, ma se il genere si chiama Power Metal sinfonico l’orchestra deve avere secondo me un ruolo da protagonista e non sentirsi in sottofondo a discapito di mille vocine… altrimenti si chiamerebbe Coro Metal Sinfonico XD

6 – Hai mai pensato di portare live questo tuo progetto o hai ricevuto richieste in tal senso?

Allora, i Magic Opera sono nati soprattutto per essere un progetto da studio, anche per via del fatto che tutti i musicisti che vi hanno partecipato sono sempre stati un po’ sparsi per il mondo. Ovviamente non è detto che in futuro non si possa organizzare qualcosa, ad esempio ho avuto un primo contatto dal Giappone con l’ipotesi di poter andare lì a fare qualche data, ma per adesso non c’è ancora nulla di certo.

7 – Il prodotto è di grande qualità eppure hai deciso ancora una volta di non passare attraverso una label ufficiale, ma di fare tutto da solo. Come mai questa decisione?

Devo essere sincero, io suono e compongo solamente per passione, non mi interessa diventare popolare. Mi piace pensare che i miei ascoltatori mi abbiano scovato per caso in qualche angolo del web piuttosto che grazie a quintali di pubblicità, e poi il mio unico obiettivo è quello di fare la musica che voglio, nel modo e nei tempi che voglio, senza avere vincoli contrattuali e rotture di scatole varie, cosa che quando firmi con una Label non è possibile. Il giorno che deciderò di accettare una proposta di contratto sarà solo perché mi sarò rotto le scatole di gestire tutta la produzione, che comunque non è una cosa per niente facile.

8 – Complimenti per la copertina, davvero azzeccata. Quali sono i punti di contatto, se ci sono, con i testi del disco?

Grazie, la bellissima copertina è frutto della mano esperta di Ivan Zanchetta, che è conosciuto più che altro per le copertine di libri, ma si è prestato a disegnare anche l’artwork del mio disco. Dopo avergli fatto leggere la storia completa ci siamo focalizzati sulla scena conclusiva dell’album che parlava appunto dell’arrivo di Lord Kama con il grosso drago bianco Sputa-ghiaccio!

9 – Quali sono i tuoi tastieristi preferiti?

Questa è una domanda alla quale potrei fare fatica rispondere perché ce ne sono davvero tanti, però rimanendo nel nostro genere ti direi sicuramente Andrè Andersen, Jens Johansson, Kevin Moore e Vitalij Kuprij

10 – Una domanda sui Derdian, prima dei saluti, è d’obbligo. Ci sono novità in cantiere?

Come accennato prima, la novità è che me ne sono andato!

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